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Progetto Abitare

A livello sociologico la casa non è solo un luogo fisico, ma anche un luogo sociale, affettivo e simbolico. Il suo significato rimanda a spazi che si estendono al di là delle mura domestiche fino a coinvolgere il quartiere, la città, il paese.

(Norberg Schulz, 1995).

La Carta dei Servizi

di seguito la nostra carta dei servizi aggiornata

1
Presentazione

A livello sociologico la casa non è solo un luogo fisico, ma anche un luogo sociale, affettivo e simbolico. Il suo significato rimanda a spazi che si estendono al di là delle mura domestiche fino a coinvolgere il quartiere, la città, il paese (Norberg Schulz, 1995).

Il Progetto Abitare nasce dalla collaborazione dell’Istituto Casa Famiglia San Pio X e dell’Associazione Amici di Casa Famiglia Onlus e lavora al fine di accompagnare i nuclei familiari nella sperimentazione e nel consolidamento dell’autonomia, sostenendo le famiglie per rafforzarne le capacità ed affiancarle nella costruzione del proprio futuro. Garantendo uno spazio abitativo certo per nuclei familiari monoparentali e famiglie fragili, il Progetto Abitare si propone di curare anche i significati sociali, relazionali, affettivi e simbolici che il tema della casa porta con sé.

2
La storia del progetto

Il Progetto Abitare nasce all’interno di Casa Famiglia San Pio X sulla base di una buona pratica di accompagnamento al percorso di autonomia abitativa dei nuclei in uscita dalla Comunità mamma-bambino.  Basandosi su studi e riflessioni del personale di Casa Famiglia, è nata l’idea di attivarsi con personale, familiari e volontari per accompagnare le mamme e i bambini durante il primo, fragile, periodo di autonomia.

A partire dal 2007 nascono quattro piccoli appartamenti contigui al giardino di Casa Famiglia, inizialmente chiamati “le casette”. Con le “casette” si dà l’opportunità ad alcune ospiti di sperimentare una condizione di semi-autonomia, vivendo a pieno la relazione mamma-bambino, con tutte le difficoltà e responsabilità che questa comporta, ma potendo sempre contare sul sostegno e sulla professionalità delle operatrici. Di questi quattro piccoli appartamenti, tre accoglievano mamme in uscita dalla Comunità, uno accoglieva nuclei familiari monoparentali inviati direttamente dai Servizi Sociali Comunali. Questa ultima modalità di ingresso, però, è stata successivamente abbandonata poiché di difficile gestione in mancanza di un percorso pregresso in Comunità.

Un passaggio successivo arriva con l’assegnazione da parte di cittadini ed associazioni di appartamenti ad affitto calmierato sotto la gestione di Casa Famiglia San Pio X: in questo periodo nasce una forte collaborazione con l’Opera Pia Zuanne Contarini che mette a disposizione delle mamme alcuni appartamenti a Venezia nel sestiere di Cannaregio e a Mestre in via Milano. Il lavoro negli appartamenti dà vita a diverse sperimentazioni di nuove esperienze e progetti come la coabitazione di più nuclei familiari in appartamenti più spaziosi o il progetto “Una casa per i papà” in collaborazione con l’Associazione dei Padri Separati.

Nel 2011 sei appartamenti esterni dati in locazione dall’IRE (attuale IPAV), tutti situati nella zona di Sant’Elena, vengono ristrutturati con l’aiuto dell’Opera San Vincenzo de Paoli di Venezia e da queste nuove case nasce il progetto “Una casa per tutte le mamme”, con il quale gli appartamenti di Sant’Elena vengono affittati a prezzi calmierati alle mamme in uscita da Casa Famiglia San Pio X o a persone segnalate da altri enti.

Il 4 maggio 2015, grazie al fondamentale aiuto della Fondazione Elena Trevisanato, nasce il Nido di Elena, un appartamento protetto interno alla struttura della Comunità che può accogliere fino a due nuclei familiari.

Nel 2016, grazie ad una collaborazione con la Diocesi di Venezia, una delle “casette” viene resa disponibile per l’accoglienza di un nucleo mamma-bambino all’interno del Progetto SPRAR, in un’ottica di accoglienza diffusa. In questo stesso periodo il personale inizia ad essere potenziato ed il progetto, a poco a poco, inizia a definirsi sempre più.

Dal 2017 si intensifica la collaborazione con l’Associazione Amici di Casa Famiglia Onlus e si forma una vera equipe che si occuperà della presa in carico delle persone accolte nel Nido di Elena, nelle Casette e negli Appartamenti esterni: il progetto sperimentale iniziale prende forma e nasce il Progetto Abitare.

Nel 2018 inizia la collaborazione col dott. Tuggia al fine di rivedere modalità, strumenti e progetto educativo del Progetto, in contemporanea si collabora con il dott. Brussato per la riorganizzazione dei servizi e per l’individuazione del personale dedicato in maniera specifica.

Oggi, il Progetto Abitare continua a lavorare con il Nido di Elena, i tre Appartamentini San Pio X e gli Appartamenti esterni: proseguono le concessioni di case da parte di privati e nascono anche nuove solide collaborazioni con l’IPAV, la Diaconia Valdese, la Casa Di Amadou ed altre associazioni. Mentre il Nido di Elena e le casette continuano ad ospitare ex ospiti della Comunità mamma-bambino, negli appartamenti esterni possono essere ospitati, oltre ai nuclei familiari uscenti dalla Comunità, anche altre famiglie in situazioni di fragilità segnalate da varie associazioni e/o organizzazioni del territorio. L’Istituto Casa Famiglia San Pio X si occupa ancora della amministrazione del Nido di Elena e gli Appartamentini San Pio X, mentre l’Associazione Amici di Casa Famiglia Onlus gestisce l’amministrazione degli appartamenti esterni. L’equipe Abitare, nel suo complesso, lavora in maniera professionale per accompagnare nel proprio progetto di vita i nuclei familiari accolti.

3
Mission

L’obiettivo centrale del Progetto Abitare è quello di accompagnare i nuclei nella sperimentazione e nel consolidamento dell’autonomia, sostenendo le famiglie per rafforzare le capacità acquisite e ridurre il rischio di ricadute, frustrazioni e grandi fragilità. 

Alla base del nostro lavoro c’è la volontà di valorizzare le singolarità e i particolari bisogni di ogni famiglia, nel rispetto della globalità e dell’autodeterminazione della persona. 

L’attività del Progetto Abitare consiste nell’affiancamento in un percorso di vita temporaneo finalizzato al miglior reinserimento possibile delle persone nel contesto sociale. Il lavoro di rete con le realtà del territorio diventa parte fondamentale del progetto, consapevoli che una nuova condizione di autonomia può portare a nuove paure, solitudini e povertà.

4
Principi

Alla base del Progetto Abitare vi sono questi principi che regolano il fare professionale, l’insieme degli interventi attuati ed il lavoro di advocacy che Istituto Casa Famiglia da anni cerca di portare avanti a livello “politico” per l’esigibilità effettiva dei seguenti diritti:

Il diritto alla casa

In un contesto caratterizzato da una carenza di soluzioni abitative destinate alle fasce più fragili della popolazione, consideriamo la casa come bene primario indispensabile per la cura della propria salute e benessere psicofisico.  Lavorando in particolar modo con nuclei familiari monoparentali e con famiglie fragili, pensiamo che sia importante garantire loro la possibilità di vivere uno spazio abitativo che sia garanzia di protezione.

Il diritto all’autodeterminazione

Riconosciamo ogni persona come portatrice di responsabilità e, proprio per questo consideriamo che il fare lavorativo non debba mai ricadere nella sostituzione della persona coinvolta nel progetto, la quale deve, invece, sempre rimanere la protagonista del proprio percorso di vita. Desideriamo incentrare il nostro lavoro sul valore dell’autodeterminazione, con l’obiettivo che ogni persona possa prendere in mano la propria vita in base alle proprie risorse e i propri limiti, con il supporto del professionista.

Il diritto ad avere tempo per ricostruire

Pensiamo che sia necessario tempo per cicatrizzare le ferite più profonde e per imparare a convivere con le cicatrici stesse. La ricostruzione di sé e della serenità familiare ha bisogno di tempi lunghi che spesso non sono in linea con la realtà sociale attuale, la quale richiede alle persone di possedere molteplici capacità e competenze in vari ambiti. Anche a livello normativo i tempi di “guarigione” standard sono molto brevi, troppo brevi per una ricostruzione solida di sé. Crediamo che sia necessario garantire il tempo opportuno per ricostruire e ricostruirsi, considerando che questo tempo non sarà sempre lineare, ma frutto di piccoli passi, spesso irregolari.

Il diritto a ricominciare

Il ricominciare è un processo continuo che non esclude nuove cadute e nuove difficoltà. Può capitare che, a seguito di una caduta, le persone possano trovarsi nuovamente bloccate, etichettate ed inquadrate all’interno di stereotipi e pregiudizi, propri o della società. Crediamo che il nostro lavoro debba essere volto al permettere di “cadere col paracadute”, ancora abbastanza in forze per rialzarsi e ricominciare, perché non soli. Crediamo nel diritto a ricominciare il lavoro su sé stessi, ma anche e soprattutto nella costruzione di nuove relazioni significative e nella creazione e partecipazione a un diverso contesto sociale in cui vivere con maggior benessere.

5
Destinatari

Destinatari del Progetto Abitare sono nuclei mamma-bambino in uscita dalla Comunità o famiglie autonome ma con fragilità economiche e/o sociali.

I destinatari del progetto sono considerati con una denominazione differente a seconda delle diverse tipologie di accoglienza:

Ospiti: mamme e bambini in uscita dalla Comunità, accolti nel Nido di Elena e negli Appartamentini San Pio X

Inquilini: nuclei mamma/bambino in uscita dalla Comunità o famiglie autonome ma con fragilità economiche e/o sociali, accolte negli appartamenti esterni con cui si stipula un contratto di locazione

6
Le nostre case

Il Nido di Elena: situato al secondo piano della Comunità, è un appartamento dotato di due camere con bagni autonomi, cucina, salotto e lavanderia comuni. Qui possono essere accolti fino a due nuclei familiari permettendo così di sperimentare una situazione di coabitazione.

Gli Appartamentini San Pio X: sono tre piccoli appartamenti situati al secondo piano della struttura contigua al giardino di Casa Famiglia San Pio X. Due degli appartamenti sono composti da camera, soggiorno con angolo cottura e bagno; un appartamento più piccolo è un monolocale con angolo cottura, piccolo ripostiglio e bagno. I tre appartamentini hanno al piano terra una lavanderia comune dove è data la possibilità di stendere la biancheria. A disposizione dei nuclei familiari c’è anche una parte dedicata del giardino di Casa Famiglia.

Gli appartamenti esterni: si tratta di dieci appartamenti così distribuiti:

  • 2 nel territorio di Mestre Centro
  • 8 nel Centro Storico di Venezia
7
Il progetto
7.1

Obiettivi generali

Offrire uno spazio abitativo sicuro, seppur temporaneo, al fine di permettere alle famiglie accolte di investire le proprie energie nella costruzione del proprio futuro

Accogliere le persone nel rispetto della loro appartenenza religiosa ed etnica, favorendo la convivenza civile ed il rispetto reciproco, considerando un valore gli usi e i costumi di ciascuno

Collaborare alla costruzione di una rete di sostegno, formale e informale, a seconda dei desideri e dei bisogni del singolo nucleo familiare accolto, supportandone il protagonismo e la reciprocità all’interno delle reti del territorio già attive e favorendo la creazione di nuove connessioni

Supportare i nuclei accolti in un percorso volto al raggiungimento della stabilità abitativa a lungo termine

7.2

Metodo e strumenti

La metodologia di lavoro è basata sulla multidisciplinarietà degli interventi educativi vissuti nella quotidianità dei progetti di vita di ogni nucleo accolto, considerando la persona nella sua globalità ed il nucleo nella sua complessità.

Il progetto Abitare, infatti, si rifà al modello teorico del Progetto P.I.P.P.I. (Programma di Intervento Per Prevenire l’Istituzionalizzazione), con la consapevolezza che ogni famiglia può sviluppare bisogni specifici le cui risposte possono risiedere proprio nelle capacità della famiglia stessa e del suo ambiente vitale. Con finalità comune al Progetto P.I.P.P.I., il Progetto Abitare si propone di permettere ai nuclei familiari accolti di “affrontare progressivamente i loro problemi, assumersi le proprie responsabilità, migliorare le competenze genitoriali e la qualità delle proprie relazioni familiari e sociali, divenendo protagonisti del progetto di intervento che le riguarda” (Il quaderno di PIPPI, 2015, p.16).

Il nostro metodo di lavoro si basa sul principio etico dell’autodeterminazione, credendo fortemente che il professionista non debba mai sostituirsi alla persona. Proprio perché volto all’autodeterminazione, il lavoro del Progetto Abitare è orientato in un’ottica di temporaneità. “Il vero obiettivo di un servizio che lavori su queste sfide è individuare le basi per avviare un processo che possa sostenersi anche in un futuro non più presidiato dai servizi” (Cateni, Santi, Tuggia, 2019), e proprio per questo le ospiti, così come gli inquilini, sono consapevoli sin dal loro ingresso all’interno del Progetto che le soluzioni abitative proposte non sono definitive ma che sono utili ad avere una situazione sicura per potersi dedicare adeguatamente alla costruzione del proprio futuro ed alla ricerca di una soluzione abitativa definitiva.

Il metodo è arricchito dalla collaborazione tra l’équipe dei professionisti, la Comunità dei Familiari responsabili della Casa, il gruppo dei volontari.

Per garantire una buona qualità operativa e relazionale, sono state individuate modalità e tempi di collaborazione e di condivisione rispetto allo stile di vita della Casa ed ai progetti da attuare: incontri settimanali per il coordinamento dei Familiari responsabili, quindicinali per l’équipe, quindicinali per l’équipe dei Coordinatori dei servizi dell’Istituto, periodici per l’équipe complessa tra operatori e Familiari, mensili per tutte le équipe per la supervisione. In tutti questi luoghi di incontro è possibile affrontare tematiche legate alla programmazione e alla discussione dei piani di intervento dei nuclei accolti e alle dinamiche di gruppo, ponendo attenzione ai loro bisogni ed alle indicazioni date dai Decreti del Tribunale dei Minori e dai Progetti Quadro.

Metodo e strumenti utilizzati all’interno del Progetto Abitare risultano essere diversi a seconda dei destinatari. Nello specifico:

Per quanto riguarda il lavoro con le ospiti, si opera d’intesa con i Servizi invianti e, dove necessario, con i Servizi specialistici. Tra i diversi soggetti coinvolti viene concordato un percorso di vita che si sviluppa attraverso un Progetto Quadro.

Una volta stabilito che vi sarà il passaggio di un nucleo familiare dalla Comunità al Progetto Abitare, si utilizza una scheda di raccolta informazioni nucleo, in cui vengono raccolte tutte le caratteristiche ed elementi importanti del nucleo, della sua storia e della sua progettualità in occasione del passaggio di consegne fra l’equipe della Comunità e quella del Progetto Abitare. In questo modo si vuole dare continuità al percorso fatto dal nucleo familiare al fine di coprogettare al meglio i suoi passi futuri. Per il primo periodo del nucleo all’interno del Progetto Abitare, inoltre, l’andamento dello stesso è monitorato tramite la scheda di osservazione dell’inserimento.

Dopo anni di sperimentazione siamo arrivati alla decisione di lavorare per microprogetti attraverso l’individuazione di obiettivi S.M.A.R.T., perché possano essere Semplici, Misurabili, Accattivanti, Realistici, Temporalizzati, per le persone che devono viverli ed attuarli. Mediante questa prassi di lavoro si focalizza l’attenzione alla mamma-donna, al bambino ed alla loro relazione e, quando possibile, alla famiglia d’origine ed all’ inserimento nel territorio circostante a favore di una buona socializzazione. Come descritto nel Metodo P.I.P.P.I., infatti, “la microprogettazione consente la costruzione di un patto, in grado di restituire a genitori e bambini i piccoli passi che sono stati negoziati per sperimentare le soluzioni ai problemi, tale da fungere anche da guida nei momenti della realizzazione del piano di intervento” (Il quaderno di PIPPI, 2015, p.86).

L’analisi della situazione del nucleo familiare, anch’essa sviluppata insieme al nucleo stesso, è elaborata tramite lo strumento sperimentale Il nostro ritratto: una rielaborazione del modello multidimensionale “Il mondo del bambino” (Il quaderno di PIPPI, 2015, p.17). Questo strumento, utilizzato per la prima volta ad inserimento avvenuto e poi ripreso periodicamente a seconda del percorso di vita di ogni singolo nucleo, permette di avere una visione ecosistemica della vita familiare, ed allo stesso tempo di immaginare, attraverso la presa di coscienza di potenzialità e bisogni, delle prospettive future di empowement e miglioramento della propria situazione.

Ogni nucleo assistito ha un Fascicolo Personale sin dal momento dell’inserimento in Comunità, che continua ad essere gestito e ampliato all’interno del Progetto Abitare. In ogni fascicolo sono riportati i dati personali, le informazioni sanitarie, le comunicazioni con il Servizio inviante ed ogni altra informazione connessa al P.Q. ed alla microprogettazione. Viene ovviamente garantita la piena e completa attuazione della normativa, civile e penale, a tutela del diritto alla riservatezza dei nuclei accolti.

Vengono attuati colloqui individuali formali o informali, o anche di gruppo per sostenere ed accompagnare le persone accolte nella sperimentazione e nel consolidamento graduale dell’autonomia nella vita quotidiana. Nel lavoro con le singole ospiti risulta centrale il rafforzamento dell’autostima e della consapevolezza delle proprie capacità e competenze, nonché l’affiancamento nel riuscire ad usufruire al meglio dei servizi e delle opportunità offerte dal territorio.

Sono previsti, inoltre, particolari dispositivi, a carattere terapeutico, che favoriscano la discussione ed il confronto tra i diversi soggetti, sia su tematiche di interesse comune, sia su argomenti specifici proposti dall’ équipe, dalle Responsabili o in collaborazione con le professioniste del Centro per l’Infanzia e la Famiglia “Oltre le nuvole”:

“Gruppo di sostegno alla genitorialità” tra le donne ospitate, condotto dalla Coordinatrice del Centro per la Famiglia Oltre le nuvole, psicologa, e dalla Coordinatrice del Progetto Abitare. Il gruppo prosegue il lavoro iniziato in Comunità con l’obiettivo di favorire la discussione ed il confronto per quanto riguarda temi di interesse comune proposti dalle ospiti o dalle professioniste. Il gruppo si incontra con cadenza quindicinale.

“Attività e progetti promossi dal Centro per l’Infanzia e la Famiglia Oltre le nuvole” e dall’Equipe Abitare rivolti a gruppi di minori, coppie mamma-bambino e gruppi di mamme.

Riunioni di condominio fra le ospiti delle casette e, ove necessario, con la partecipazione dell’Equipe Abitare

Cene del progetto Abitare: serate ricreative e di condivisione fra i nuclei familiari ospiti e l’Equipe Abitare

Il lavoro con gli inquilini risulta essere differente rispetto a quello con le ospiti, in quanto ha come destinatari nuclei familiari che godono già di una determinata autonomia ma si trovano a vivere momenti di vita difficili legati a fragilità di tipo economico o comunque temporanee. Il lavoro con gli inquilini ha come elemento fondamentale il segretariato sociale con funzione di mediazione e facilitazione al contatto con i servizi. Se necessario da progetto del singolo nucleo, è possibile lavorare stabilendo un contatto diretto con i servizi interessati. L’Equipe Abitare fa in modo di essere sempre reperibile e disponibile per collaborare in eventuali situazioni di emergenza per le quali gli inquilini possano trovarsi in serie difficoltà. 

Altra funzione centrale del lavoro con gli inquilini è il monitoraggio della gestione della casa e della gestione delle utenze.

Sia con le ospiti che con gli inquilini risulta importante il lavoro di rete con le realtà del territorio in risposta alle fragilità sociali dei nuclei accolti: pensiamo, infatti, allo sviluppo delle reti come un processo condiviso tra i soggetti coinvolti.

Davanti ad una difficoltà o ad un’esplicita richiesta d’aiuto, consideriamo ogni persona come una “stazione di circolazione di risorse” (Folgheraiter, 2007), cioè di scambi, e lavoriamo affinché ogni realtà della rete, che si tratti di singoli o di gruppi di persone, formali o informali, possa offrire un ‘pezzetto’, più o meno ampio, di risposta necessaria. 

Laddove vi è un’assenza di relazioni significative stabili e affidabili, risulta importante il lavoro di creazione di nuove reti connesse a enti o servizi del territorio, che possano rivelarsi proficui per lo sviluppo e il supporto dei progetti di vita dei singoli nuclei familiari. In quest’ottica si tenta di facilitare lo sviluppo di reti, legami e connessioni che possano essere spunti e futuri punti di riferimento una volta concluso il percorso all’interno del Progetto Abitare. 

A seconda dei bisogni e delle competenze di ogni nucleo accolto, il lavoro di rete sarà incentrato prevalentemente in un’attività di segretariato sociale e/o di affiancamento ed accompagnamento all’accesso e alla fruizione di servizi e realtà territoriali.

7.3

Fasi del progetto

Fase di pre-inserimento

La fase di “pre-inserimento” prende avvio dal momento in cui l’équipe del Progetto Abitare valuta la richiesta di inserimento di un nucleo familiare all’interno del Progetto e si conclude con l’entrata del nucleo stesso nel nuovo appartamento

Obiettivi

Ospiti:

1

Avere una richiesta ufficiale dall’equipe di Casa Famiglia

2

Avere un progetto personalizzato costruito assieme alla mamma e al suo bambino, in accordo con i Servizi invianti

3

Avere uno scambio con l’equipe di Casa Famiglia per procedere alla compilazione della Scheda di raccolta informazioni

4

Definire un calendario con tempistiche dell’inserimento e attuazione delle funzioni delle varie equipe, oltre che delle ospiti

5

Spiegare il progetto Abitare alla nuova ospite

Inquilini:

1

Avere una richiesta ufficiale dall’equipe di Casa Famiglia, dai Servizi Sociali o da altro ente referente per il nucleo familiare

2

Possibilità di costruire un progetto insieme al nucleo familiare e all’eventuale ente di riferimento

3

Avere uno scambio con il servizio o altro ente di riferimento per avere un passaggio di informazioni relativo al nucleo

3

Definire un calendario con tempistiche dell’inserimento e stabilire funzioni e compiti dei vari enti coinvolti, oltre che degli inquilini

5

Spiegare il progetto Abitare ai nuovi inquilini

Criteri d’accesso al progetto Abitare

Ospiti:

1

CASA: la mamma sa tenere ordinata e pulita la stanza; sa preparare almeno i pasti essenziali per sé e per il figlio; il Servizio di riferimento deve aver avviato il percorso per la domanda di alloggio pubblico

2

LAVORO: la mamma ha un lavoro almeno da 3 mesi che sia anche part-time e a tempo determinato; bisogna conoscere già in partenza quali sussidi i Servizi di riferimento del nucleo possono offrire nel caso in cui la donna perda il lavoro

3

FIGLIO: la mamma è attenta ai bisogni del figlio; non ci sono comportamenti che si configurano come pregiudizievoli la crescita del figlio; è in grado di organizzare la vita del figlio in sua assenza

4

RELAZIONE CON ESTERNO: la mamma sa mantenere relazioni con alcune figure essenziali: medico/pediatra, scuola, datore di lavoro, baby-sitter

Inquilini:

1

CASA: il nucleo è in grado di occuparsi dei propri spazi abitativi; il nucleo deve aver presentato domanda per un alloggio pubblico (salvo situazioni particolari che ne impediscano la partecipazione al bando)

2

SITUAZIONE ECONOMICA: il nucleo accolto ha una situazione economica per la quale non è in grado di sostenere un affitto regolare, allo stesso tempo ha un’entrata economica stabile che gli permetta di pagare regolarmente la cifra stabilita per l’affitto calmierato, il pagamento delle utenze ed il mantenimento della propria famiglia

3

NUCLEO FAMILIARE: in caso di presenza di minori, i genitori sono in grado di occuparsi autonomamente dei figli

4

RELAZIONE CON ESTERNO: il nucleo familiare è in grado di mantenere relazioni con tutte le figure essenziali per i propri bisogni; il nucleo deve avere attiva o attivabile una rete familiare e/o amicale e/o di buon vicinato

Funzioni dell’equipe del progetto Abitare

Ospiti:

1

Analisi della richiesta e compatibilità con le risorse e individuazione soluzione abitativa adeguata;

2

Avvio percorso di conoscenza reciproca tra il nucleo e i diversi soggetti coinvolti (servizi, équipe, scuola…)

3

Co-costruzione del progetto con il nucleo e l’equipe di Casa Famiglia (in questa fase viene chiesto di verificare e procedere con la sistemazione dei documenti);

4

Raccolta della documentazione

5

Controllo situazione appartamento ed eventuale risistemazione;

6

Organizzazione e gestione passaggio al nuovo appartamento, compreso il trasloco del nucleo, con l’aiuto dei familiari o volontari. (A questo punto si sa già chi sarà a seguire il nucleo: v. paragrafo successivo)

Inquilini:

1

Analisi della richiesta e compatibilità con le risorse e individuazione soluzione abitativa adeguata;

2

Avvio percorso di conoscenza reciproca tra il nucleo e i diversi soggetti coinvolti (servizi, équipe, scuola…)

3

Stesura del contratto di affitto ed eventuale stipula di un accordo per specifici impegni tra le parti. Nel caso in cui la situazione lo rendesse necessario è possibile co-costruire un progetto specifico con il nucleo di inquilini accolto

4

Raccolta della documentazione

5

Controllo situazione appartamento ed eventuale risistemazione;

6

Organizzazione trasloco del nucleo presso il nuovo appartamento in collaborazione con l’ente di riferimento

Funzioni dei familiari e dei volontari

Ospiti:

1

Nel momento in cui il Consiglio convalida la richiesta di inserimento da parte dell’équipe, viene contestualmente deciso chi dei familiari seguirà il nucleo, sempre tenendo conto delle disponibilità e delle energie a disposizione.

Inquilini:

1

Nel momento in cui il Consiglio convalida la richiesta di inserimento da parte dell’équipe, viene contestualmente deciso chi dei familiari seguirà il nucleo, sempre tenendo conto delle disponibilità e delle energie a disposizione. Nella prima riunione utile il presidente dell’associazione informerà il Comitato Esecutivo dell’Associazione del nuovo ingresso.

Strumenti

1

Scheda di raccolta informazioni

2

Cartella sociale

4

Comunicazioni fra servizi

5

Brochure progetto Abitare

3

Colloqui

Ospiti:

2

Accordo

3

Colloqui

4

Comunicazioni fra servizi

Inquilini:

1

Contratto

Durata della fase

1

1,5 mesi

Fase di inserimento

La fase di “pre-inserimento” prende avvio dal momento in cui l’équipe del Progetto Abitare valuta la richiesta di inserimento di un nucleo familiare all’interno del Progetto e si conclude con l’entrata del nucleo stesso nel nuovo appartamento

Obiettivi

Ospiti:

1

Trasferimento nel nuovo alloggio

2

Prevenire possibili regressioni o blocchi

3

Riformulare il progetto alla luce di quanto emerge

4

Curare il passaggio emotivo per le mamme e i bambini nell’incontro/scontro con la realtà

Inquilini:

1

Trasferimento nel nuovo alloggio

2

Essere reperibili per eventuali situazioni di bisogno/emergenza

3

Avviare le procedure per il cambio di residenza presso il nuovo alloggio, attivare le utenze con nuova intestazione

4

Monitorare l’inserimento nel nuovo spazio abitativo (in maniera diretta o tramite l’ente di riferimento)

Funzioni dell’equipe del progetto Abitare

Ospiti:

1

Analisi della richiesta e compatibilità con le risorse e individuazione soluzione abitativa adeguata;

2

Avvio percorso di conoscenza reciproca tra il nucleo e i diversi soggetti coinvolti (servizi, équipe, scuola…)

3

Co-costruzione del progetto con il nucleo e l’equipe di Casa Famiglia (in questa fase viene chiesto di verificare e procedere con la sistemazione dei documenti);

4

Raccolta della documentazione

5

Controllo situazione appartamento ed eventuale risistemazione;

6

Organizzazione e gestione passaggio al nuovo appartamento, compreso il trasloco del nucleo, con l’aiuto dei familiari o volontari. (A questo punto si sa già chi sarà a seguire il nucleo: v. paragrafo successivo)

Inquilini:

1

Analisi della richiesta e compatibilità con le risorse e individuazione soluzione abitativa adeguata;

2

Avvio percorso di conoscenza reciproca tra il nucleo e i diversi soggetti coinvolti (servizi, équipe, scuola…)

3

Stesura del contratto di affitto ed eventuale stipula di un accordo per specifici impegni tra le parti. Nel caso in cui la situazione lo rendesse necessario è possibile co-costruire un progetto specifico con il nucleo di inquilini accolto

4

Raccolta della documentazione

5

Controllo situazione appartamento ed eventuale risistemazione;

6

Organizzazione trasloco del nucleo presso il nuovo appartamento in collaborazione con l’ente di riferimento

Funzioni dei familiari e dei volontari

Ospiti:

1

osservazione di quanto accade

2

offrire uno spazio di ascolto sia per la mamma sia per il bambino

3

esplorazione del territorio e delle reti disponibili

Inquilini:

1

Mantenimento dei legami, ove esistenti

2

Trasmissione di informazioni e contatti, ove necessario

Strumenti

Ospiti:

1

Visite domiciliari

2

Scheda di osservazione

3

Scheda di progetto e microprogettazione

4

Ufficio del Progetto Abitare

5

Regolamento e contratto

6

Colloqui

6

Inventario dotazione

Inquilini:

1

Visite domiciliari concordate

2

Regolamento e contratto

3

Colloqui

4

Inventario dotazione

Durata della fase

1

1,5 mesi

Fase di realizzazione del progetto

In questa fase si perseguono gli obiettivi previsti dal progetto concordato con il nucleo familiare. L’approccio di fondo è quello di favorire l’incontro con la realtà e di utilizzarne gli esiti, positivi o critici che siano, per avanzare secondo la direzione definita nel progetto.

Obiettivi

Ospiti:

1

Garantire un alloggio per mamme e bambini

2

Promuovere il protagonismo delle mamme e dei loro bambini

3

Realizzare quanto concordato nel progetto

4

Rafforzare le competenze di problem-solving

5

Attivazione di servizi specifici di tipo terapeutico

Inquilini:

1

Garantire un alloggio ad affitto calmierato per un tempo limitato

Funzioni dell’equipe del progetto Abitare

Ospiti:

1

Osservazione

2

Ascolto

3

Comunicazione con i Servizi e con le reti del territorio

4

Supporto informativo e orientativo nell’individuazione delle risorse affinché le mamme raggiungano gli obiettivi che si sono prefissate

5

Accompagnamento delle mamme da parte dell’équipe per la realizzazione degli obiettivi (con particolare attenzione alla ricerca di una futura soluzione abitativa)

6

Rilettura di ciò che accade nei momenti di fatica e necessità (rilettura positiva o negativa) ovvero rielaborare le difficoltà, senza sostituirsi nella ricerca delle soluzioni.

7

Monitoraggio del progetto con i familiari e i volontari coinvolti.

8

Segnalazione ai servizi competenti in situazione di emergenza per il minore

9

Organizzazione della manutenzione ordinaria e straordinaria degli alloggi

Inquilini:

1

Segretariato sociale con funzione di mediazione e facilitazione al contatto con i servizi.

2

Supporto nei momenti di emergenza

3

Organizzazione della manutenzione straordinaria degli alloggi, a carico dell’associazione o del proprietario (per la manutenzione ordinaria vedi regolamento)

Funzioni dei familiari e dei volontari

Ospiti:

1

Osservazione, ascolto e condivisione con l’équipe

2

Supporto informativo e orientativo nell’individuazione delle risorse affinché le mamme raggiungano gli obiettivi che si sono prefissate

3

Fare da ponte con le risorse del territorio

4

Costruire una relazione con le mamme nella “reciprocità”

5

Vi possono essere dei volontari che contribuiscono al progetto di un nucleo familiare anche solo per piccole azioni.

Inquilini:

1

Mantenimento dei legami, ove esistenti

2

Trasmissione di informazioni e contatti, ove necessario

Strumenti

Ospiti:

1

Scheda di raccolta informazioni

2

Cartella sociale

4

Comunicazioni fra servizi

5

Brochure progetto Abitare

3

Colloqui

Inquilini:

1

Contratto

2

Accordo

3

Colloqui

4

Comunicazioni fra servizi

Durata

1

La durata auspicabile dell’ospitalità nei mini appartamenti è di 1 anno e mezzo. L’eventuale prolungamento della permanenza nell’appartamento può comportare il prolungamento del progetto stesso o la chiusura dell’intervento educativo e il passaggio ad un contratto di affitto tra il nucleo familiare e il gestore dell’appartamento.

1

La durata dell’ospitalità è stabilita dal contratto di locazione e dagli accordi tra le parti

Fase di dimissioni

La fase di dimissioni inizia nel momento in cui il nucleo individua una nuova soluzione abitativa in cui è certo di potersi trasferire e termina con l’effettivo trasferimento del nucleo presso il nuovo alloggio.

È prevista anche la possibilità di un passaggio dallo stato di ospite a inquilino. Nel caso in cui il nucleo in questione non riesca ad accedere ad altre soluzioni abitative, infatti, l’associazione “Amici di Casa Famiglia Onlus”, che ha come mission prioritaria l’accompagnamento dei nuclei in uscita da Casa Famiglia San Pio X e dal progetto Abitare, offre loro la possibilità di inserimento all’interno degli appartamenti esterni che gestisce direttamente.

Per quanto riguarda gli inquilini, la fase di dimissioni avviene nel momento in cui la scadenza del contratto (naturale o anticipata, previa comunicazione formale di disdetta) è imminente.

Obiettivi

Ospiti:

1

Trasferimento nel nuovo alloggio

2

Attivare le nuove utenze

3

Avviare le procedure per il cambio di residenza presso il nuovo alloggio

4

Curare il passaggio emotivo per le mamme e i bambini nell’incontro con il nuovo ambiente

5

Se necessario, avviare le pratiche per il trasferimento presso la nuova scuola e disdire le iscrizioni aperte presso gli enti del territorio (sport, attività extra-scolastiche, formazioni…)

6

Verifica e chiusura del progetto educativo

7

Follow up periodico

8

Verifica delle condizioni dell’alloggio e chiusura dei bilanci

Inquilini:

1

Trasferimento nel nuovo alloggio

2

Attivare le utenze con nuova intestazione

3

Avviare le procedure per il cambio di residenza presso il nuovo alloggio

4

Verifica delle condizioni dell’alloggio e chiusura dei bilanci

Funzioni dell’equipe del progetto abitare

Ospiti:

1

Sostenere il nucleo nell’affrontare possibili regressioni o blocchi

2

Segretariato sociale con funzione di mediazione e facilitazione al contatto con i servizi.

3

Accompagnamento alla predisposizione del nuovo alloggio per il trasferimento

Inquilini:

1

Segretariato sociale con funzione di mediazione e facilitazione al contatto con i servizi.

Funzioni dei familiari e dei volontari

Ospiti:

1

Accompagnamento alla predisposizione del nuovo alloggio per il trasferimento

2

Mantenimento dei legami, ove esistenti

Inquilini:

1

Mantenimento dei legami, ove esistenti

Strumenti

Ospiti:

1

Colloqui

2

Incontri tra servizi

3

Visite domiciliari (nell’attuale e futura abitazione)

4

Inventario dotazione

Inquilini:

1

Visite domiciliari concordate

2

Inventario dotazione

Durata della fase

1

Variabile, a seconda delle tempistiche di consegna del nuovo alloggio

8
Organigramma
organigramma progetto abitare
9
Contatti

Progetto Abitare – Istituto Casa Famiglia San Pio X, Giudecca 668, 30133 Venezia

+39 349 5913384

abitaresanpiox.ve@gmail.com

Informazioni

Fondamenta Ponte Piccolo, 668, 30123 Venezia (VE)

Contatti

abitaresanpiox.ve@gmail.com

+ 39 349 591 3384

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